Grazie dei fior, fra tutti gli altri li ho riconosciuti, mi han fatto male eppure li ho graditi, son rose rosse e parlano d'amor. Grazie dei fior e addio per sempre addio, senza rancorNilla Pizzi, Grazie dei fiori



Biografia


Gli inizi


Figlia di Angelo, contadino che curava anche la manutenzione stradale per conto del comune, e di Maria, sarta a domicilio, Nilla Pizzi aveva due sorelle minori, Liliana e Denisa, le quali in seguito daranno vita ad un laboratorio di maglieria molto rinomato in paese. Le tocca in sorte un nome di battesimo sbagliato, per un errore anagrafico, dato che avrebbe dovuto chiamarsi Dionilla, per accontentare la nonna. Il cognome Negrini, da più parti attribuito alla sua effettiva anagrafe, è stato da lei stessa giudicato un'inspiegabile leggenda metropolitana.

Dopo aver frequentato l'avviamento professionale, si impiega dapprima come piccinina di sartoria, poi al panificio militare di Casaralta e infine come collaudatrice di apparecchi radio alla Ducati di Bologna.

Prima ancora che nel mondo della canzone, la Pizzi si mise in evidenza nel campo delle rassegne di bellezza che, alla fine degli anni trenta, cominciavano a fare la loro apparizione. Partecipò al concorso Miss_Italia#Storia|Cinquemila lire per un sorriso, ideato nel 1939 dal pittore e grafico pubblicitario Dino Villani, concorso che fu in un certo senso l'antesignano della futura manifestazione Miss Italia (che prese avvio solo nel dopoguerra).

Il 24 settembre 1940, sposa Guido Pizzi, un giovane manovale edile che nonostante abbia il suo stesso cognome, molto diffuso nella zona, non è un suo parente. Pochi giorni dopo il matrimonio, il marito viene richiamato alle armi e la coppia si separerà per sempre senza più riunirsi.

Sempre nel 1940, tramite l'appoggio di uno zio ufficiale dell'esercito, inizia ad esibirsi negli spettacoli organizzati per le Forze Armate, facendosi addirittura eleggere mascotte del 35º Reggimento Fanteria di Bologna.

Nel 1942 Nilla Pizzi vince, davanti a diecimila concorrenti, un concorso per Voci Nuove indetto dall'EIAR (la futura RAI-Radiotelevisione italiana), interpretando i brani Tu musica divina, successo di Alberto Rabagliati e Domani non m'aspettar, già cavallo di battaglia di Oscar Carboni. Inizia ad esibirsi con l'orchestra Zeme, debuttando alla radio nello stesso anno, eseguendo il motivo Casetta fra le rose, composto da Guido Cergoli.

Passata nella formazione di Cinico Angelini, il 20 febbraio 1944 incide il suo primo disco per la Parlophon, duettando con Bruna Rattani in Valzer di primavera e accompagnando Elsa Peyrone in Ronda solitaria. Il 23 febbraio, arriva anche la sua prima canzone solista: Alba della vita (che la Pizzi però ha sempre negato di aver interpretato, sostenendo che si sia trattato di un errore della Parlophon sull'etichetta).

Allontanata dalla radio dopo un giudizio negativo sentenziato dal maestro Tito Petralia nella primavera del 1944, a causa della sua voce considerata troppo sensuale ed esotica per il regime fascista, nella stagione 1945/1946 gira i teatri e le sale da ballo di tutta Italia, al seguito dell'orchestra del maestro Cinico Angelini, al quale si è nel frattempo legata anche sentimentalmente, ma si esibisce anche con l'orchestra Gimelli e con quella della sala Gay di Torino.

Fa ritorno stabilmente alla radio nel 1946, con sé un contratto discografico che la lega alla Cetra; reclamata da La Voce del Padrone, che rivendicava un precedente contratto, è costretta ad incidere utilizzando alcuni pseudonimi quali Isa Marletti, Ilda Tulli, Conchita Velez, Carmen Isa; alcuni dischi escono senza alcuna dicitura (come anonimi). Tutto questo fino al 1949 anno in cui la Pizzi potrà finalmente tornare ad incidere solo col proprio nome.

Nonostante tutto, nel frattempo è diventata popolarissima, raccogliendo ampi consensi lanciando brani come Chico chico, Càe Càe (entrambe in duetto con Tony Stella), Ho lasciato il paese del cuore, Tchiou Tchiou, Oh papà!, Cocoricò (una delle prime composizioni di Renato Carosone, su testo di Giovanni D'Anzi, che si firma Notorius), Maria de Bahia (con Alfredo Clerici e Clara Jaione), Donde vien, donde vas? (col Duo Fasano), La ultima noche, Dopo di te, O mama mama, Vivere baciandoti, È troppo tardi, Cantando, Ancora, La raspa, Acercate mas, Quizas quizas quizas, Samba del tranvai.

Nel periodo cha va dal 1948 ed il 1950 cambiarono le tendenze ed i gusti del pubblico, grazie all'affermazione dello stile latino-americano imposto attraverso Hollywood da Xavier Cugat e Carmen Miranda, e quindi si diffusero anche in Italia brani al ritmo di samba, rumba, baiòn, calypso e cha cha cha. Nilla Pizzi seppe destreggiarsi anche in brani allegretti grazie ad interpretazioni ironiche.

Celebri anche i suoi duetti col collega Luciano Benevene, (col quale, finito l'amore per Angelini, ha imbastito una movimentata storia d'amore), che spaziano da canzoni come Bongo Bongo, Che si fa con le fanciulle? fino alla fortunatissima Avanti e indrè.

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