...pensavo è bello che dove finiscono le mie dita
debba in qualche modo incominciare una chitarra. Fabrizio De André, Amico fragile





Molti testi delle sue canzoni raccontano storie di emarginati, ribelli, prostitute e sono state considerate da alcuni critici come vere e proprie poesie, tanto da essere inserite nelle antologie scolastiche.

Era conosciuto presso i suoi amici anche come "Faber", soprannome datogli dall'amico d'infanzia Paolo Villaggio e derivante dalla sua predilezione per i pastelli della Faber-Castell. Tale soprannome godrà di una certa popolarità presso il grande pubblico negli anni successivi alla morte dell'artista.

In quasi 40 anni di attività artistica, De André ha inciso tredici album in studio, più alcune canzoni pubblicate solo come singoli e poi ripubblicate in varie antologie.

Di simpatie anarchiche, libertarie e pacifiste, è stato anche uno degli artisti che maggiormente hanno valorizzato la lingua ligure; ha esplorato inoltre, in misura minore, altri idiomi come il gallurese e il napoletano.

La popolarità e l'alto livello artistico del suo canzoniere hanno spinto alcune istituzioni a dedicargli vie, piazze, parchi, biblioteche e scuole subito dopo la prematura scomparsa.

Descrizione di Wikipedia (articolo originale)

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